Addio al Catarratto, da oggi verrà chiamato “LUCIDO”,infatti, come riportato da Repubblica.Palermo

Arriva il via libera del Ministero che consente di etichettare le varietà Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido coltivate nella regione. Con il sinonimo “Lucido”, il nome usato storicamente per designare le due varietà i produttori avranno la possibilità di denominare i vini con entrambe le diciture.
La decisione arriva dopo due anni di trattative portate avanti a livello regionale e nazionale dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Interpretando le esigenze dei produttori vinicoli siciliani, il Consorzio si è fatto carico della necessità di trovare un’alternativa al nome “Catarratto”, che risultava, specie nei mercati internazionali, di scarso appeal o difficilmente pronunciabile. Da qui la scelta di fare ricorso a “Lucido”, termine usato anticamente in Sicilia per indicare entrambe le varietà di Catarratto.
“Siamo orgogliosi dell’ufficialità arrivata dal Ministero – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – Come Consorzio abbiamo cercato di dare voce ad una necessità manifestata non solo dai produttori della nostra denominazione, ma da tutta la regione, e per questo siamo felici di sapere che la misura sarà messa a disposizione di tutte le altre Doc e Igp della Regione siciliana che producono Catarratto. Il via libera del Ministero è un segnale che siamo sulla buona strada, il nostro dialogo con il Ministero continuerà ad essere proficuo. È infatti in discussione in questo periodo la modifica del nostro Disciplinare di Produzione che speriamo arrivi nel più breve tempo possibile”.Così, con il Decreto  del 21 novembre 2018, il Ministero precisa che le varietà Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido, possono essere etichettate con il sinonimo Lucido “ai soli fini della designazione dei vini provenienti dalle uve raccolte nella Regione Sicilia”.
Le due varietà di uva, Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido, con rispettivamente 16.659 e 14.125 ettari rappresentano insieme circa un terzo della superficie regionale vitata e, alla luce di questi numeri, la ratifica del Ministero non solo ripaga l’impegno del Consorzio ma lo conferma quale interlocutore chiave nelle richieste e trattative con il Ministero.

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